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Il sistema di comunicazioni a bordo di Luna Rossa

Fondamentale, durante una regata, una comunicazione chiara e senza interferenze. Su Luna Rossa, ricerche molto accurate hanno assicurato un sistema efficiente anche in condizioni estreme.

© Carlo Borlenghi

Comunicare a bordo di un mezzo che va a 50 nodi di velocità come l’AC75 non è semplice. La sensazione è molto simile a quella che si prova in sella a una moto che corre a 100km/h. Il vento, i rumori e le vibrazioni, di scafo e attrezzatura, disturbano il flusso delle comunicazioni. La stessa disposizione dell’equipaggio rende complicato scambiare informazioni a viva voce.
Su Luna Rossa, l’unico velista che durante la navigazione può spostarsi da un lato all’altro dell’imbarcazione passando da poppa è il randista/stratega, Pietro Sibello. Jimmy Spithill e Checco Bruni, che si alternano nel ruolo di timoniere e flight controller, non si muovono dal loro posto, come anche gli altri otto velisti. Questi sono sistemati in due “corridoi”, separati dalla softwing, una sorta di barriera longitudinale tra i due lati dello scafo, che impedisce di vedere cosa succede alla parte dell’equipaggio che manovra sulla murata opposta. Tra il primo uomo a prua e l’ultimo a poppa, corrono circa 15 metri, una distanza che in mare, rende praticamente impossibile parlare senza l’aiuto di supporti. Inoltre le manovre vengono chiamate ed eseguite in pochissimi secondi, ed è fondamentale che tutti a bordo ricevano, tempestivamente e contemporaneamente, le informazioni in maniera chiara e precisa.

© Carlo Borlenghi

© Carlo Borlenghi

 

Sono questi i principali motivi che hanno reso necessario mettere a punto un avanzato sistema interfono per comunicare sull’AC75 e con le barche di supporto.
I caschi dei velisti sono tutti integrati con auricolari e microfoni molto sofisticati. I membri dell’equipaggio interagiscono in barca e con l’esterno, utilizzando un unico canale radio. A bordo tutti sono abilitati all’ascolto, ma solo alcuni possono utilizzare il microfono. I timonieri, il randista/stratega e i jib trimmer, che hanno necessità di scambiare informazioni sulla conduzione, la regolazione delle vele e le condizioni del campo di regata sono microfonati. Anche Gilberto Nobili è abilitato a questa funzione, dovendo fornire all’afterguard le informazioni visualizzate sul racing software, come ad esempio i tempi di avvicinamento alla linea di partenza e alle layline.

© Giulio Testa


In fase di allenamento e nei sea trial, i team member a bordo delle barche di supporto hanno la possibilità di comunicare con il sailing team. In particolare il coach, i tecnici e gli ingegneri che monitorano i dati dei sensori montati sull’AC75, ascoltano in cuffia le indicazioni dei velisti e interagiscono di continuo con loro. Durante le regate, poiché il regolamento vieta qualsiasi tipo di assistenza esterna, gli interfoni delle barche di supporto vengono disabilitati pochi minuti prima dello start fino alla conclusione della prova, rimanendo in modalità “only listening”. Le barche in gara possono comunicare solo con il Race Director, per le informazioni relative allo svolgimento delle competizioni, e con gli Umpire, i giudici che supervisionano la regata, recepiscono le proteste e assegnano le penalità. Su Luna Rossa, Checco Bruni e Jimmy Spithill sono delegati a interagire con l’organizzazione.

© Giulio Testa


Come per tutti gli elementi dell’AC75, anche il sistema di comunicazioni ha richiesto un processo di analisi, progettazione, sviluppo e realizzazione, lungo e complesso. Si tratta di componenti delicati che devono lavorare in un ambiente molto severo, e che sottoposti alla salinità del mare subiscono un facile deterioramento. Inoltre le esigenze di leggerezza e vestibilità, combinate alle necessità di uno strumento efficiente anche in condizione estreme, ha reso la ricerca ancora più impegnativa. Lo sviluppo dell’hardware è durato tre anni, ed è passato attraverso i test di numerosi e differenti dispositivi: i microfoni, i cavi, i connettori, gli auricolari, gli altoparlanti. L’obiettivo è stato quello di riuscire a captare e distribuire un suono chiaro, ripulito da tutti i rumori esterni, come il vento, i winch che girano, i foil che si muovono, e tutte le interferenze che provengono da uno scafo in carbonio lanciato alla massima velocità.

© Carlo Borlenghi


Il risultato finale è stato un hardware con eccellenti prestazioni, composto da diversi elementi assemblati e integrati nel casco. Tutto il sistema è stato installato in un alloggiamento con delle specifiche caratteristiche ergonomiche e aerodinamiche, totalmente solidale con il casco utilizzato dai velisti. Il progetto e la produzione del “case”, completamente custom, sono stati realizzati con la stampante 3D in dotazione alla base.
Come tutti i componenti che costituiscono un AC75, anche sul sistema di comunicazione è stato fatto un minuzioso lavoro di ricerca per arrivare a standard qualitativi di altissimo livello. La capacità di comunicare a bordo in modo chiaro e pulito, è fondamentale per raggiungere risultati in regata.