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Gli approcci in boa sugli AC75

Sugli AC75 che navigano a oltre 40 nodi di velocità, i tempi per le scelte tattiche sono ridottissimi. Ogni manovra è studiata e preparata al simulatore e in acqua

© Carlo Borlenghi

Le regate disputate sugli AC75, culminate con la 36esima edizione dell’ America’s Cup presented by PRADA, hanno dimostrato di essere competizioni molto entusiasmanti. Non sono state solo velocità e rimbalzi tra i “boundary”, ma anche un attento gioco di coperture, virate e approcci in boa estremamente avvincenti.
Il ritorno alla partenza di bolina ha ridato spettacolarità al pre-partenza, rendendola una delle parti cruciali della regata. Ma anche le manovre delle imbarcazioni sui foil hanno regalato momenti di intenso spettacolo, con incroci a 40 nodi e battaglie di virate come in un vero match race.
In realtà, si tratta di regate che da un punto di vista strategico e tattico sono simili alle competizioni tradizionali, dove si controlla l’avversario e si difende una zona del campo più favorevole rispetto all’altra. Sugli AC75, che navigano a oltre 40 nodi, i tempi sono più compressi e queste scelte vanno fatte in pochissimi secondi. Per questo ogni team si è allenato a lungo sia in acqua che al simulatore per verificare ogni situazione che si potrebbe trovare in regata e definire una sorta di playbook con un elenco delle possibili manovre da eseguire.
Nelle regate con gli AC75 il campo di regata e delimitato da boundary e le imbarcazioni devono percorre più giri, con partenza, cancello di bolina e cancello di poppa, delimitati entrambi da due boe che possono essere lasciate a destra o sinistra. La regola dice che chi ha l’interno in boa ha il diritto di rotta.

© Carlo Borlenghi


Nel caso degli approcci in boa ci sono manovre prestabilite in allenamento che vengono applicate nei vari casi, in base al posizionamento rispetto all’avversario o rispetto alla strategia da adottare nel lato successivo.

In boa di bolina abbiamo tre manovre principali
Il Bear-Away normale, in cui la barca arriva in layline, poggia e scende verso il gate di poppa.
In alcuni casi si può eseguire una manovra che prevede una strambata subito dopo la poggiata. Si tratta di un Early-Jibe o Chiacago se la strambata è molto ravvicinata alla boa. È una manovra che con poco vento è molto rischiosa poiché la barca ripercorre dopo pochi secondi la zona dei suoi stessi rifiuti.

Il Tack Bear-Away, invece, è una classica situazione in cui si arriva in layline su una boa, di cui gli avversari hanno già conquistato l'interno (e quindi il diritto di rotta), per cui è necessario virare il prima possibile per dirigersi sull’altra boa, poggiare e scendere sul lato di poppa. È una manovra tattico/strategica che comporta un costo che tante volte è più che giustificato dal guadagno che si ha nel lato successivo. Inoltre ci sono diversi modi di svolgerla tecnicamente, a seconda di quanto l’imbarcazione sia vicino alla boa – si può eseguire come un’unica manovra o come una virata separata dalla poggiata.

Per quanto riguarda la boa di poppa, le situazioni sono molto simili e la scelta del giusto approccio è dettata sempre dal posizionamento rispetto al vento o sull’avversario.
Nella maggior parte dei casi si esegue un Normal Round-Up che è una manovra molto veloce rispetto alle altre. Si arriva alla boa ad alta velocità, che viene sfruttata per uscire dal giro di boa con una prua più alta e quindi guadagnare metri, riuscendo a navigare con percentuali di VMG elevate.

Alla boa di poppa si può decidere di fare anche una manovra che ormai tutti i team chiamano JK o Round-Up Tack. È molto complessa e viene eseguita per creare una separazione con l’avversario oppure per mettersi subito in controllo su una zona favorevole del campo di regata. Molto spesso si esegue in velocità, mantenendo i due board nell’acqua.

Infine un’ulteriore opzione nell’approccio al cancello di poppa è il Jibe Round-Up, che è molto simile al tack bear-away nella boa di bolina. Viene eseguito quando si è sulla layline di una boa, ma si preferisce, all’ultimo minuto, girare l’altra boa, per creare una separazione dall’avversario o per andare a prendere una parte del campo di regata più significativa in termini di pressione. Per eseguirla si gira la boa in modo più lento rispetto ad un roud up normale e quindi va considerato con attenzione il vantaggio che si può ottenere da una scelta del genere. In linea di massima l’obiettivo è sempre quello di prediligere la manovra più pulita possibile con una scelta anticipata.
Ogni errore è un regalo per l’avversario, per questo motivo le manovre devono essere eseguite alla perfezione e vengono provate sia al simulatore che in acqua.