MAX SIRENA AL SALONE NAUTICO DI GENOVA
Incontro a tutto tondo con lo skipper di Luna Rossa Prada Pirelli

Tra i protagonisti della giornata inaugurale della 63^ edizione del Salone Nautico di Genova, c’era Max Sirena, Skipper e Team Director di Luna Rossa Prada Pirelli. Marinaio a tutto tondo e forte sostenitore della salvaguardia degli oceani, Max è un velista eclettico, capace di apprezzare questo sport in ogni sua sfumatura: «Per la regata scelgo uno scafo “volante” (come i nuovi AC75 di Coppa America), mentre in crociera, preferisco una barca dislocante, con cui navigare alla vecchia maniera», ha raccontato a Sandro Donato Grosso, giornalista e volto noto di Sky Sport durante l’incontro all’Eberhard & Co. Theatre. «Non si tratta di decidere tra due barche, ma tra due concetti completamente diversi di navigazione: nel primo caso l’obiettivo è andare il più veloce possibile; nel secondo, invece, è godersi il tempo a disposizione sul mare, il viaggio, il piacere di navigare fine a se stesso».
«Sono un privilegiato», prosegue lo skipper, «perché ho avuto la fortuna di fare il lavoro che sognavo sin da piccolo e di farlo ai massimi livelli, ma ci sono arrivato lavorando sodo e facendo tutta la gavetta; mi ritengo un buon velista che ha vinto diverse cose nella sua vita, ma credo che il mio plus sia l’aver “messo le mani” ovunque in barca, perché se non conosci a fondo lo scafo su cui navighi, non solo non puoi vincere in regata, ma rischi anche di trovarti in serio pericolo in crociera. La vela è una palestra di vita, uno strumento valido per ogni età e abilità perché insegna i propri limiti e aiuta a conoscere se stessi».
A proposito del Salone, Max lo ha definito un «appuntamento da non perdere, la più importante vetrina della cantieristica a livello internazionale» e si è detto felice di vedere le barche a vela conquistare sempre più spazio: «Mi fa piacere pensare che anche noi, come Luna Rossa, abbiamo contribuito negli anni ad avvicinare la gente al mondo della vela e aiutato i cantieri a sviluppare nuove soluzioni e nuovi materiali che sono poi stati traslati sulle barche da diporto, rendendoli fruibili a tutti».
Inevitabili le domande sulla 37^ America’s Cup e sulla prestazione a Vilanova i la Geltrù (durante la prima Preliminary Regatta), cui Sirena non si è sottratto:
«Non siamo contenti del risultato in Spagna e non tanto per la posizione finale, ma per come abbiamo gestito la regata come team. Sapevamo che saremmo arrivati meno preparati degli avversari: quella di concentrarci sulla Coppa America e sullo sviluppo dell’AC75 attraverso il prototipo, senza lasciarci distrarre dagli AC40, è una scelta che avevamo fatto a monte, ma è chiaro che si corre per vincere. Lo considero un errore mio di cui mi prendo le responsabilità. Detto questo, stiamo lavorando bene, focalizzati su ricerca e sviluppo, perché la prossima America’s Cup sarà molto “alta” sotto il profilo tecnologico. Mi aspetto in particolare di vedere sistemi di controllo sempre più sofisticati e avanzati».
Sul futuro Max ha le idee chiarissime: «Quello di Vilanova è stato un banco di prova utilissimo per evidenziare subito i punti deboli sui quali lavorare e, soprattutto, per prendere confidenza con un campo di regata estremamente difficile, con onda e vento debole, condizioni non ottimali per barche foiling. Dobbiamo dimenticarci il bel match che abbiamo disputato la volta scorsa ad Auckland, bisogna ripartire da zero senza cullarci sugli allori, perché questa volta raggiungere la finale delle Challenger Selection Series sarà ancora più difficile».
